Io, tu, solo noi?

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di Oriana Fioccone

Bisogna vivere certe situazioni per poterle giudicare e, quando si vede solo buio intorno, è difficile sprizzare ottimismo da tutti i pori.  

Pablo Picasso, Ritratto di Dora Maar, olio su tela, 1937, Musée National Picasso, Parigi. Pablo Picasso, Ritratto di Dora Maar, olio su tela, 1937, Musée National Picasso, Parigi.

 

Ho sentito il fatto di cronaca di cronaca di quanto è avvenuto in provincia di Torino, del marito che ha cercato di uccidere la moglie, disabile grave, perché riteneva di non farcela più ad assisterla e della moglie che è riuscita a salvarsi comunicando tramite computer.

Ho anche letto le riflessioni dei vari commentatori [l'autrice si riferisce alle due opinioni sul fatto in questione pubblicate nello spazio web del Gruppo donne UILDM: quella di Simona Lancioni e quella di Silvia Lisena, N.d.R.] e cerco di scrivere quello che penso io.

Sinceramente non ho idee molto chiare, da una parte vedo un uomo che si è caricato di un peso troppo grande, che non vede aiuti intorno a sé, dall’altra vedo una donna, disabile grave, bisognosa di un’assistenza continua, che cerca di salvarsi da un pericolo incombente.

E torniamo al solito discorso dei vari progetti di vita indipendente, della necessità di intraprendere percorsi di assistenza domiciliare, allo scopo di cercare di alleviare i famigliari da pesi troppo ingenti; ma non si fanno, non si realizzano e allora cosa si fa?

Ci si dà da fare per cercare di aiutare la persona che ha bisogno di noi.

Si pronunciano le frasi tipo: “Voglio vivere fino al giorno dopo di quanto vivrà la persona che assisto”.

Questo è amore? Oppure è egoismo?

Io non riesco ad esprimere una sentenza.

Anche perché, a certi livelli di disabilità, è molto difficile trovare persone che riescano a subentrare al famigliare, che ha imparato nel corso degli anni, con sbagli ed errori, spesso è difficile sostituire persone che lo fanno da tantissimo tempo. C’è chi vorrà replicare che poi, a certi punti, bisognerà farlo per forza, è vero, ma forse si vuole nascondere la testa come gli struzzi e non vedere in faccia la realtà, pensando che tanto durerà poco.

E ci si  autoconvince, sia l’assistito, sia chi assiste.

Senza dubbio non è il caso di Torino, Tatiana ha fatto capire di voler continuare, sono da ammirare queste persone che hanno la forza interna che li costringe a vivere, ad ogni costo, ma non sempre capita così.

Ritratto di lan-s=d2KZu

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