La forza di non arrendersi mai

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intervista a Sara Melgrani a cura di Silvia Lisena

 

Non mollare, andare sempre avanti per raggiungere i propri sogni e i propri obiettivi: è questo l'invito che trapela dalle parole di Sara Melgrani quando gentilmente risponde alle mie domande. Sara è una ragazza grintosa che ha dato anima e cuore allo sport ottenendo brillanti risultati e anche un titolo molto importante. Quale? Scopritelo!

 

Sara Melgrani a Grosseto, il giorno in cui è diventata campionessa italiana nel lancio della clavetta. Sara Melgrani a Grosseto, il giorno in cui è diventata campionessa italiana nel lancio della clavetta.

 

Innanzitutto ti ringraziamo per averci concesso questa intervista. Parlaci un po' di te: chi è Sara Melgrani? «Chi è Sara Melgrani? Bella domanda! A parte gli scherzi… Sono una ragazza “normale” di 26 anni (l’ho messo tra virgolette, perché sono una ragazza disabile motoria, anche se io penso che i disabili siano uguali a tutti gli altri, hanno pensieri, idee, sentimenti, obiettivi come tutti gli altri, e penso anche che bisogna lottare e non arrendersi mai se si vuole ottenere quello che si desidera) che è alle prese con la tesi magistrale. Amo le cose semplici, come uscire e parlare con i miei amici, fare shopping, andare al cinema, fare un giro in bicicletta, ma anche stare a casa sul divano a vedere un film con la mia famiglia. Per me le due cose più importanti sono la famiglia e l’amore. La mia famiglia è importantissima in quanto è grazie a loro se sono diventata la persona forte che sono adesso tra sgridate, litigate, pianti ma anche sorrisi, frasi di incoraggiamento e di incitamento e per questo non smetterò mai di ringraziarli. L’altra cosa di cui non posso fare a meno è l’amore della mia famiglia, dei miei amici, o comunque l’amore della persona che mi starà accanto, perché quando mi sento amata sono felicissima. Penso di essere molto fortunata ad avere così tanti amici e a volte penso di non meritarmi tutto questo amore: la vita mi ha messo davanti a mille difficoltà, però mi ha anche fatto incontrare un sacco di persone che mi vogliono bene e che, quando sono stufa di affrontare questi ostacoli, mi incitano a non mollare, rialzarmi e continuare a sognare.»

Com'è nata la tua passione per lo sport? «Beh, io ho sempre amato fare sport, anche se mai avrei pensato di fare delle gare: infatti mi piaceva andare in palestra, ho fatto e continuo a fare equitazione, ma lo facevo soltanto per migliorare e per non stare “ferma”. Comunque la passione per l’atletica leggera è nata per caso, non sapevo neanche che esistessero delle associazioni paralimpiche sportive. Era un mercoledì pomeriggio di ottobre di tre anni fa, avevo appena finito la mia lezione di equitazione ed ero seduta sulla scaletta in attesa dell’istruttrice per concordare l’appuntamento della settimana successiva quando si avvicinò un signore, Marco La Rosa, per riferirmi che sua figlia Karol di 7 anni mi aveva vista e gli aveva detto di chiedermi se avessi voluto andare a vedere la loro associazione. Il sabato successivo, quindi, sono andata a vedere, mi sono trovata bene e continuo tuttora, certo con alti e bassi come in tutte le cose.»

Tu vanti il titolo di nientemeno che “campionessa italiana” in diverse discipline: quali? Cosa vuol dire per te esserlo? È una grande responsabilità! «In realtà, io non mi rendo ancora conto di essere diventata ”campionessa italiana” e, ogni volta che ci penso, mi vengono i brividi, perché quel titolo mi rende molto orgogliosa per essere arrivata fino a qui. Infatti non avrei mai pensato di arrivare a fare le gare di lancio della clavetta, di corsa con il deambulatore ma soprattutto non mi sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello che un giorno sarei diventata “campionessa italiana” proprio in queste due specialità. No, secondo me essere campionessa italiana non è una grande responsabilità, io direi più che è un orgoglio e una soddisfazione personale

Qual è la vittoria che ti ha portato maggiore soddisfazione? Prova a raccontarci l'emozione di quel giorno. «La vittoria che mi ha portato maggiore soddisfazione è quando sono diventata campionessa italiana nel lancio della clavetta ai Campionati Nazionali Indoor di giugno 2015 a Grosseto. Sono stati due giorni massacranti ma ricchi di soddisfazioni e di risultati stupendi ottenuti da tutta la squadra. Ma la più bella sorpresa è stata la mia. Dunque, quel giorno, dopo un po' di problemi con la sedia da lancio, iniziai avendo a disposizione solo quattro tiri per riuscire a migliorare il mio PB e superare la mia avversaria. Primo tiro (8.79), secondo tiro (9.03), terzo tiro nullo, quarto e ultimo tiro (7.89). Ero già soddisfatta perché sapevo di aver superato il mio PB e di aver battuto la mia avversaria, ma pensavo di essere arrivata seconda; successivamente una nostra volontaria diede uno sguardo alla classifica finale chiedendomi scherzosamente chi avesse vinto e solo dopo un po' capii di essere riuscita a portarmi a casa la medaglia d'oro e di essermi aggiudicata il titolo di campionessa italiana nel lancio della clava! Non sapevo se crederci o no, se piangere o ridere. Avevo un mix di emozioni... É stata un’emozione stratosferica...»

Cos'è per te lo sport? Che valore dai allo sport paralimpico? «Per me lo sport è divertirsi, è stare con gli altri, è una distrazione dai miei problemi di tutti i giorni, è uno sfogo, ma è anche voglia di vincere, è competizione, è voglia di migliorarmi sempre di più, è relazionarmi con il mio corpo, è capire e riconoscere quando il mio avversario è più forte di me, è arrabbiarmi quando non do il meglio di me o quando non riesco a migliorare. Quando lancio la clavetta o quando corro o semplicemente guardo i miei amici e\o avversari provo una sensazione di leggerezza e di libertà ma anche di impegno, di sudore e sacrifici. Lo sport paralimpico, secondo me, ha un valore molto importante in quanto dà alle persone diversamente abili le stesse opportunità sportive, le stesse sensazioni, le stesse emozioni, gli stessi obiettivi dei normodotati.»

Prossimi obiettivi in campo sportivo? «Prossimi obiettivi in campo sportivo? Bella domanda! Spero di migliorarmi sempre di più e magari entrare in Nazionale

In bocca al lupo Saretta, spacca tutto!

Ritratto di lan-s=d2KZu

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