La prevenzione delle patologie e il desiderio femminile

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di Eda Marina Lucchesi

 

Ben volentieri diamo spazio a Eda Marina Lucchesi, donna con disabilità e amica del Gruppo donne UILDM che abbiamo già avuto modo di ospitare. Lucchesi interviene nel dibattito in tema di prevenzione delle patologie neuromuscolari, lanciato proprio dal nostro spazio web (si vedano i testi segnalati in calce), con interessanti osservazioni che introducono ulteriori elementi di riflessione.

 

Disegno di una bambina sovrastata dalle gambe e dalla gonna della madre. lmmagine di Carlotta Montagna, vincitrice di un premio che fa parte di un concorso d'illustrazione contemporanea dell'Associazione Culturale Tapirulan. Disegno di una bambina sovrastata dalle gambe e dalla gonna della madre. lmmagine di Carlotta Montagna, vincitrice di un premio che fa parte di un concorso d'illustrazione contemporanea dell'Associazione Culturale Tapirulan.

 

Ho letto con attenzione e interesse l'articolo di Simona Lancioni [Ben vengano le diverse definizioni di embrione, ma con un paletto, Gruppo donne UILDM, 25 agosto 2016, N.d.R.], che condivido in toto.

È pur vero che, come disabile, mi sono chiesta spesso se decidere di abortire solo dopo aver saputo che un feto non corrisponde ad aspettative basate sul modello di efficientismo e perfettismo stabiliti da una società consumista e ancora, ohinoi, impregnata di patriarcato, non vada nella direzione dell'eugenetica, prospettiva che induce forte inquietudine.

La risposta di Simona è stata chiarissima e pertinente: si rifletta sul tema, ma non si consideri il corpo della donna un bene comune. Sono d'accordo con lei quando afferma che esiste una differenza fra persona in potenza e persona in atto, una differenza da cui non si può prescindere.

E qui mi sento di introdurre il concetto di desiderio, tanto caro ai movimenti delle donne.

Cosa rende indesiderabile un feto - persona in potenza - altrimenti desiderato?

Credo che il problema sia culturale e che esiga una soluzione di carattere culturale.

L'accettazione e il riconoscimento della diversità è un tema difficile, che mette in campo dinamiche relazionali profonde e complesse, che va affrontato e risolto anche in modo duro se necessario, ma non sul corpo delle donne e contro il loro, preservando il nostro diritto all'autodeterminazione.

 

Leggi anche:

Simona Lancioni, La prevenzione delle patologie neuromuscolari, Gruppo donne UILDM, 13 luglio 2016.

Simona Lancioni e Salvatore Nocera, Prevenzione, occorre cogliere i pezzi che ancora ci mancano, Gruppo donne UILDM, 21 luglio 2016.

Nicola Panocchia, Perché “chi è l’embrione” riguarda tutti, «Superando.it», 23 agosto 2016.

Simona Lancioni, Ben vengano le diverse definizioni di embrione, ma con un paletto, Gruppo donne UILDM, 25 agosto 2016.

 

Ritratto di lan-s=d2KZu

lan-s=d2KZu