a cura di Valentina Boscolo
Come ci piace fare da un po’ di tempo per tenervi compagnia durante l’estate, abbiamo lanciato un giochino nel quale vi abbiamo chiesto di inviaci una fotografia con il libro che avete letto durante il periodo estivo, e di parlarci delle emozioni che quest’ultimo aveva suscitato in voi.
Ecco i vostri preziosi consigli.
In quale parte del mondo venirti a cercare è il secondo romanzo della giovane scrittrice Ilaria Rubinacci. È la storia di un incontro di anime, quella di Camilla e quella di Thomas: entrambi si sentono inadeguati nei confronti del mondo che li circonda, lei perché vittima di bullismo per cui si è addentrata nel tunnel dell’anoressia rischiando pure di morire, lui perché non si sente amato dalla madre troppo concentrata a prendersi cura di Gabriele, il fratello di Thomas, affetto da autismo. È una storia che mi ha colpito particolarmente perché non parla solo d’amore, o meglio ne parla ma in senso lato. Infatti l’amore che nasce tra i due ragazzi fa fiorire e crescere altri tipi di amore: quello di Camilla per il suo corpo, quello di Thomas per la madre che riesce a perdonare, quello della madre per Thomas, quello di Camilla per i suoi alunni e per Sandra, quello di Thomas per Gabriele. Non si parla solo di amore, ma anche di fotografia, di guerra, di anoressia, di autismo: tutti questi argomenti sono descritti in modo molto dettagliato e realistico. Questo romanzo riesce a descrivere la fragilità interiore che dimora in ognuno di noi e a farla emergere come bellezza e come forza. E fa venire voglia di amare, vivere, splendere. (Silvia Lisena)
Per te
Basterebbero queste foto e chi deve capire, capisce. Tu capirai di sicuro.
Sai sto leggendo l’ultimo libro della trilogia di Ken Follett, “I giorni dell’eternità”.
Follett è uno dei tuoi autori preferiti, probabilmente il tuo preferito, quindi anche il mio. Abbiamo sempre comprato i libri insieme, nel corso degli anni abbiamo dato vita ad una biblioteca ben fornita, ci scambiavamo le opinioni e leggevamo, leggevamo, leggevamo. Un’altra cosa che ci unisce.
Follett mescola la storia con il giallo, con le avventure e scrive in maniera avvincente ed appassionata; abbiamo tutti i suoi libri e li tieni ben ordinati nella tua camera; ma tu queste cose le sai.
Hai fatto in tempo a leggere il primo della trilogia, lo hai letto molto velocemente, io ci ho messo molto più tempo. Abbiamo entrambe le versioni sia in formato ebook che in formato cartaceo, perché l’ebook è più comodo, ma il libro “vero” è quello con le pagine da sfogliare, con la copertina da toccare, bello da guardare, profumato da annusare.
Ho continuato a comprare i volumi seguenti, a mano a mano che uscivano, li ho letti in formato digitale, perché ormai faccio fatica anche a girare le pagine, ma ho comprato anche quello rilegato e, quando lo finisco, lo faccio mettere sul tuo ripiano che hai dedicato a Follett, di seguito agli altri.
Sto leggendo il terzo, molto lentamente, quasi temendo di strappare quel leggero filo invisibile che ci lega. Ma voglio leggerlo anche per te, perché so che le parole volano a te, leggere come farfalle. (Oriana Fioccone)
«Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita?» Gli anni, il romanzo della scrittrice francese Annie Ernaux (L’orma editore, 2015), tenta di rispondere a questa domanda. Non è una semplice autobiografia, è un repertorio di parole, oggetti, fatti, immagini e comportamenti che descrivono un’intera generazione, quella nata durante la seconda guerra mondiale. Una scrittura affilata e altamente evocativa. Infatti mentre leggevo mi tornavano alla memoria episodi della mia vita che credevo di aver dimenticato. Ripensavo, ad esempio, a quando, ancora ragazzina, ormai tanti anni fa, zio Salvatore, il fratello di mia nonna materna, mi raccontava de «su famini de su quarantatrese» (la fame del ’43). Seduto su una sedia impagliata, distendeva le gambe davanti al camino per scaldarsi i piedi. I suoi scarponi da contadino, umidi, iniziavano a fumare. Con una pattada tagliava una fettina di lardo, la sistemava in cima ad uno spiedo stortignaccolo e nero di fuliggine, quindi l’accostava alle braci. Quando il lardo diventava più chiaro, e cominciava a sciogliersi, lui lo strofinava sul pistoccu inumidito e me lo porgeva. Lo stesso faceva per sé. Raccontava cose terribili e io lo ascoltavo in un silenzio assorto, ma parlarmi della fame mentre mi offriva da mangiare aveva un che di surreale. Il gusto contraddiceva le parole ed aveva la meglio su di esse: se quello che mi stava offrendo era il sapore della fame, a me la fame sembrava buonissima. (Simona Lancioni, agosto 2015)
Questa estate, con “La regola dell’equilibrio“, dell’ex magistrato Gianrico Carofiglio, ho ritrovato l’avvocato Guido Guerrieri, con un altro dei suoi coinvolgenti casi. Ma se vengo a Bari a cercarti, per disquisire con te sull’etica del nostro agire e sul senso del nostro essere dentro o fuori il sistema, sono sicura, avvocato, di non trovarti davvero? Sei proprio solo una finzione letteraria? Peccato. Ce ne vorrebbero di persone e professionisti come te nella realtà. Cerca di non farti attendere più per così tanto tempo allora! Altrimenti dovrai fare i conti anche con la mia di amica a quattro zampe! (Annalisa Benedetti)
Nei miei giorni estivi mi rilasso leggendo Il piccolo principe di Saint-Exupéry. Con questa lettura ritorno un po’ bambina distraendomi dal caos quotidiano dei nostri tempi essendo stufa di leggere sempre notizie dolorose assaporo quei valori genuini che appartengono a una vita autentica . Non ho voglia di andare chissà dove in vacanza ma di riposarmi dallo stress quotidiano di tutto l’anno magari seduta sul divano in silenzio immergendomi in un libro che presenta un anelito all’assoluto un simbolo di una civiltà dove regna pace e armonia e anche si può dire un elevarsi oltre i limiti e le contraddizioni dell’uomo insomma un modo per sognare un po’ … (Sara Vergano)
Georges Simenon ci conduce con il Commissario Maigret nell’episodio “La casa del giudice”.
Un’atmosfera grigia e malinconica di una Francia di altri tempi, fa da sfondo ad un intricato delitto che il nostro Commissario, dalla inseparabile pipa sempre accesa, dovrà dipanare.
É un libercolo breve ma mi ha assolutamente catturata perché Simenon ha una penna raffinatissima capace di incantarci. (Valentina Boscolo)
Ultimo aggiornamento: 13 settembre 2015