Un luogo in cui crescere

di Valentina Boscolo


Mi chiamo Valentina Boscolo, ho 24 anni, e sono una socia della UILDM sezione di Chioggia (Venezia) da circa 12 anni.

Mi sono iscritta all’associazione dopo aver ascoltato un intervento dell’allora presidente Marcellino Boscolo, che aveva come tema l’abbattimento delle barriere architettoniche, a quel tempo molto presenti sul nostro territorio.

Il suo discorso colpì molto sia me che i miei genitori e, dato che cercavamo un’associazione a cui appoggiarci, ci iscrivemmo entusiasti pur non essendo io distrofica.

In tutti questi anni trascorsi nella UILDM mi sono adoperata nel mio piccolo per sostenere le varie iniziative ed ho aderito con entusiasmo ai molteplici progetti proposti vedendo migliorare notevolmente il nostro territorio. Infatti, grazie a Marcellino e Riccardina Boscolo – la nostra attuale presidentessa di sezione – esso è diventato sempre più accessibile.


Prima di iscrivermi alla UILDM conoscevo solo persone con disabilità intellettiva e avevo una visione molto cupa e triste della disabilità e quindi del mio futuro. Dopo che mi sono iscritta alla UILDM ho capito di non essere un caso isolato, ho conosciuto tante persone disabili dalle età più disparate, solari e allegre come me e ho trovato la forza di raggiungere i miei obiettivi personali.

Negli ultimi due anni ho iniziato a frequentare le assemblee nazionali, un’occasione di formazione e ritrovo con molti soci delle varie sezioni d’Italia. In questi contesti ho avuto modo di conoscere anche le donne della UILDM e ho avuto l’opportunità di comparare la mia storia alla loro. Da questo confronto ho capito e che, nonostante le età differissero, i problemi e le esperienze dominanti sono i medesimi.

Per quanto concerne l’affettività ho discusso con molte di loro ed ho notato che vi sono più coppie composte da donna normodotata/uomo disabile piuttosto che il contrario. Credo che questo dipenda dal fatto che la donna per sua natura sia più portata ad occuparsi dell’uomo. Mentre le coppie donna disabile/uomo normodotato, pur essendoci, sono più rare perché l’uomo ricerca di norma una madre “perfetta” per i propri figli.

Si è parlato anche di coppie composte da persone disabili e c’è chi si è espressa in maniera entusiastica e chi, come la sottoscritta, nutre qualche perplessità nella gestione di tali rapporti, anche se ultimamente mi sto ricredendo.

Nel frequentare le assemblee balza all’occhio anche l’esiguità numerica delle donne nei posti “di potere”. Personalmente non credo vi siano discriminazioni all’interno della UILDM, e come donna troverei avvilente avvalermi di quote rosa: preferisco essere notata per le mie qualità, non solo perché sono una donna.

All’interno della UILDM non ho un modello femminile preciso a cui ispirarmi, ma cerco di trarre da ognuna le caratteristiche migliori, utili alla mia crescita e affermazione.

Mi auguro di continuare il mio cammino nella UILDM ampliando sempre più i miei orizzonti e continuando a tessere rapporti umani proficui e gratificanti. Rapporti che per me sono ormai diventati indispensabili e vitali.

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