La disabilità è un “privilegio” solo se sei di ruolo

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a cura di Oriana Fioccone

Quando si parla di persone con disabilità nella scuola, ci si riferisce soprattutto agli alunni ed alle alunne che hanno diritto di frequentarla e, quindi, devono avere i necessari supporti per poter andare a scuola come tutti gli altri; questo è più che giusto, è frutto di una civiltà che deve garantire pari diritti a tutte le persone; ma, spesso, ci si dimentica che ci sono anche insegnanti disabili che, dopo aver studiato ed essersi preparati come tutti gli altri colleghi, hanno semplicemente il diritto di andare a lavorare.

Questa confusione, o diciamo “facile” dimenticanza, si verifica perché, quando si parla di disabilità, tutto viene riunito in un unico calderone e si confondono le disabilità psichiche con quelle fisiche; perciò ci si chiede: “Ci sono disabili che vogliono insegnare? Ma che stranezza! I disabili hanno diritto di avere l’insegnante di sostegno, come potrebbero insegnare?”

Eppure “queste stranezze” succedono come è stato recentemente raccontato in un recente lavoro del Gruppo Donne UILDM.

Conseguenza di queste confusioni è quanto sta succedendo ad un’insegnante abruzzese, che non chiede niente altro che poter lavorare.

 

Un’immagine di Mariaclaudia Cantoro. Un’immagine di Mariaclaudia Cantoro.

 

Mariaclaudia Cantoro è una docente di Diritto ed Economia da 6 anni, precaria. Attualmente è inserita nelle graduatorie ad esaurimento della provincia di Pesaro Urbino; è stata inserita nelle graduatorie di un’altra regione, perché in quella di residenza non ci sono posti. Il lavoro che svolge le piace ed è molto importante per la sua vita, perché le dà molte soddisfazioni; però il fatto che sia disabile le ha creato, e le sta creando notevoli problemi.

Lei abita a Morro D’Oro in provincia di Teramo con la madre anziana, la sorella Paola, il fratello Massimiliano, disabile gravissimo con tracheotomia e PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea, una tecnica che consente la nutrizione enterale); il fratello necessita di diverse cure e viene assistito dalla madre con l’aiuto della sorella.

Quest’anno è sorto un notevole problema: Mariaclaudia è stata destinata ad un istituto situato a Cagli, in provincia di Pesaro. Questa piccola località si trova in montagna, è servita da pochi mezzi pubblici, infatti un pullman arriva al mattino ed un altro pullman riparte alla sera; a complicare la situazione c’è il fatto che questo paese si trova a 250 km da dove abita.

L’insegnante può arrivare al posto di lavoro solo in automobile, ma lei non può guidare a causa della sua disabilità. In questi giorni d’inizio dell’anno scolastico, la sta accompagnando la sorella; devono andare a Cagli tre volte alla settimana.

Purtroppo esistono altri intoppi, essendo precaria, non può beneficiare di quanto stabilisce legge n.104/92, per quel che riguarda il riavvicinamento nel luogo dove risiede. Domanda: “Se un’insegnante è precaria non può anche essere contemporaneamente disabile? La disabilità è un “privilegio” solo degli insegnanti di ruolo?”

Negli anni precedenti era riuscita a lavorare a Pesaro, che raggiungeva in treno, era faticoso, ma ce l’aveva fatta; purtroppo raggiungere Cagli è troppo impegnativo, sia per lei che per la sua famiglia.

Durante l’intero anno scolastico appena trascorso, la sorella l’aveva accompagnata in automobile a lavorare a Fossombrone (PU), facendo una fatica immane per conciliare le esigenze personali, professionali e familiari.

Sia l’anno scorso che quest’anno Mariaclaudia si è informata presso l’ufficio scolastico provinciale per tentare di avere una sede un po’ più vicina, ma le è stato risposto che non avevano la possibilità di spostarla.

A completare il quadro, Mariaclaudia non è beneficiaria dei fondi della “Vita Indipendente” che, in questo caso, sarebbero utili per assumere un’assistente personale e, quindi, alleggerire il carico di assistenza che grava sulla famiglia.

Come spesso accade in situazioni come la sua ci si sente soli ed anche disperati, non sapendo neanche a chi rivolgersi per cercare di trovare una possibile soluzione.

Mariaclaudia ci ha detto che nella sua vita ha sempre cercato di non lamentarsi troppo dei suoi problemi, impegnandosi nello studio, nel lavoro e anche nel sociale, ma adesso si sente con le spalle al muro e pensa che non riuscirà a superare questo ostacolo, se qualcuno non interviene.

Per questo motivo ha denunciato quanto le sta accadendo sulla sua pagina Facebook dove ha anche aperto un profilo chiamato “Vorrei poter andare a lavorare”, in modo da diffondere la sua vicenda. Sembra che qualcosa si stia muovendo, infatti reti televisive e giornali, sia  locali che nazionali stanno riportando la notizia che si è diffusa in rete; però bisogna cercare di aiutarla veramente, in modo concreto, affinché tutto non si sgonfi nel giro di pochissimi giorni; speriamo che si possa agire in modo efficace, infatti Mariaclaudia non vuole arrendersi.

Ritratto di lan-s=d2KZu

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